Proroga dell’invio telematico dell’impronta digitale

Con un comunicato stampa emesso oggi 31 gennaio 2012, l’Agenzia delle Entrate proroga di 30 giorni il termine per l’invio dell’impronta dell’archivio informatico per i soggetti che conservano i documenti fiscali in forma sostitutiva.

Secondo il provvedimento del 25 ottobre 2010, con cui l’Agenzia delle Entrate ha dato attuazione alle disposizioni contenute nel D.M. 23 gennaio 2004, il termine per l’invio del file telematico contenente l’impronta digitale sarebbe dovuto scadere oggi.

Il termine ordinario per l’invio dell’impronta digitale all’Agenzia delle Entrate scade infatti entro il quarto mese successivo alla scadenza di presentazione dei redditi.

La proroga è dovuta al fatto che all’Agenzia delle Entrate sono pervenute numerose segnalazioni  nelle quali si sottolineavano alcune difficoltà nel rispettare il termine di invio previsto per le comunicazioni relative alle annualità 2010 e pregresse.

Nel comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate si legge che la proroga si è resa necessaria per un problema dovuto al vincolo della procedura di acquisizione telematica che consente la trasmissione di file multipli in maniera limitata.

In particolare, il problema che si è verificato riguarda lo scarto da parte del software Entratel, utilizzato per la trasmissione del file, di alcune impronte firmate con alcune marche temporali emesse da alcuni enti certificatori per gli anni pregressi.

Ricordiamo che sono tenuti all’adempimento tutti i soggetti che hanno optato per la conservazione telematica dei documenti fiscali in forma sostitutiva. Per coloro i quali continuano a preferire la conservazione dei documenti fiscali in formato cartaceo, nessun obbligo di invio è previsto.

L’invio dell’impronta digitale all’Agenzia delle Entrate è una comunicazione che deve contenere i dati identificativi dei soggetti interessati, l’elenco dei documenti cui l’impronta si riferisce, l’indicazione del luogo ove è conservata l’evidenza informatica da cui è stata generata l’impronta e la marca temporale apposta all’archivio.

Autore: Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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