Novità in arrivo per le pensioni dei ragionieri

Novità in arrivo per i ragionieri. Per i 30.050 iscritti alla cassa previdenza ragionieri aumenta l’età pensionabile a 68 anni di età con 40 anni di contributi, viene abrogata la pensione di anzianità, cresce il contributo soggettivo e viene anche introdotto un contributo di solidarietà per il triennio 2014-2016. Vediamo in dettaglio le principali novità.

La prima vera novità è l’allungamento dei tempi necessari per ottenere la pensione. La nuova riforma delle pensioni aumenta a 68 anni l’età pensionabile riconoscendo una gradualità per i nati fino al 1947 a 65 anni, per i nati nel periodo 1948-1949 a 66 anni e per i nati nel biennio 1950-1951 a 67 anni. Anche per quanto riguarda il requisito dei 40 anni di anzianità viene riconosciuta una gradualità per chi è nato prima del 1963.

Abrogata la pensione di anzianità con la conseguenza che, già a partire dal 1 gennaio 2013, non è più possibile mettersi in pensione con 58 anni di età e 37 anni di contributi. Con 63 anni di età e 20 anni di contributi si può invece chiedere la pensione di anzianità anticipata che risultà però penalizzante rispetto a quella di anzianità perché calcolata solo con il solo metodo contributivo.

La riforma delle pensioni per i ragionieri interviene anche sul contributo soggettivo che a partire dal 2013 viene elevato dall’8 al 10%, per arrivare al 15% nel 2018. E a partire dal 2014 è previsto un aumento di un punto percentuale ogni anno.

Passa da 252 a 444 euro il contributo minimo soggettivo supplementare che finanzia la polizza sanitaria, l’assicurazione sulla vita, le borse di studio per i tirocinanti, l’assegno ai figli minori e tutte le altre  politiche di welfare.

Viene introdotto un contributo di solidarietà da cui restano esclusi gli assegni pensionistici più bassi per scaglioni di reddito che va dall’1 al 5% per il triennio 2014-2016.

Il contributo integrativo minimo, che oggi ammonta a 1.776 euro, viene allineato a quello dei dottori commercialisti e ridotto quindi a 758 euro. Il contributo integrativo è dovuto da tutti gli iscritti e dai pensionati che continuano a esercitare la professione.

Queste sono in sintesi le principali novità della riforma delle pensioni per i ragionieri che, dopo essere rimaste a lungo in stand-by, sono state approvate dall’assemblea del comitato dei delegati della Cassa di previdenza dei Ragionieri, in data 10 novembre 2012 e quindi inviate ai Ministeri vigilanti, dai quali è ora arrivato il visto definitivo.

La riforma entra dunque nel vivo, modificando i piani e le aspettative dei ragionieri coinvolti dalle novità, ai quali d’ora in poi si applicheranno i termini richiesti dalla riforma pensioni Fornero per il raggiungimento dei nuovi obiettivi di stabilità economico-finanziaria, di sostenibilità di lungo periodo, di equità intra e inter generazionale, di flessibilità nell’accesso ai trattamenti pensionistici, di adeguamento dei requisiti di accesso alle variazioni della speranza di vita.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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