RC professionale: aspetti da non trascurare!

Come orientarsi nella scelta delle polizze di Responsabilità Civile Professionale? Le polizze più economiche sono in grado di tutelare effettivamente il professionista nello svolgimento della sua attività?

Con l’introduzione del D.P.R. 137/2012 del 14 agosto 2012 che sancisce l’obbligo, per i professionisti, di dotarsi di una polizza di Responsabilità Civile Professionale che li tuteli da danni per errori, omissioni, negligenza professionale e responsabilità contrattuale causati a terzi, è scaturito un cambiamento significativo del mercato.

Le varie compagnie assicurative hanno colto al balzo l’opportunità di sfruttare al meglio un terreno estremamente fertile, aumentando la concorrenza tra di loro, tra corse al ribasso dei premi annuali e accordi di convenzione con Ordini, Albi ed Enti a stretto contatto con i professionisti.

Questi ultimi, dal canto loro, hanno accettato (malvolentieri) l’introduzione dell’obbligo e ora si stanno adoperando per mettersi in regola con la norma. In realtà, ognuno lo sta facendo a proprio modo e con i  propri tempi, visto che ad oggi, paradossalmente, non sono ancora previste delle sanzioni ufficiali per chi non si dotasse di una propria polizza di RC Professionale. Ciò che invece accomuna molti, moltissimi, se non addirittura quasi tutti, è la volontà di risparmiare il più possibile. Avendo la possibilità di relazionarmi quotidianamente con molti Commercialisti e Consulenti del Lavoro, posso dire che ciò che emerge, molto schiettamente, è il desiderio di trovare polizze più economiche possibili, al solo fine, dichiarato, di ottemperare all’obbligo sancito dal decreto legislativo.

Alla base di tale scelta ci sono molte variabili: la sicurezza di una carriera pluriennale, la convinzione di non aver commesso errori in passato oppure, al contrario, il fatto che si è appena intrapresa l’attività di consulenza e che quindi i rischi sono ancora pochi, un portafoglio clienti limitato, il fatto che ci si occupa in prevalenza di attività semplici e non particolarmente sanzionabili o, ancora, in alcuni casi neanche troppo limitati, la vera difficoltà di far fronte ad un premio annuo di 1.000 euro.

Tutto vero, tutto accettabile e comprensibile ma anche tutto così… opinabile.

Da un lato, nel ventaglio di offerte, possiamo trovare la polizza da 200/300 euro che ci permette di risparmiare e, allo stesso tempo, di adempiere all’obbligo. È a tutti gli effetti una polizza, ma con alcune peculiarità: presenta un massimale limitato (che in caso di sinistri elevati può far la differenza), una retroattività limitata (che va bene quando si è agli inizi dell’attività oppure si è estremamente sicuri di sé e dei propri collaboratori), franchigie più alte e coperture assenti. In genere, questo tipo di polizza viene offerta da compagnie minori o straniere, che sono presenti sul territorio in modo molto limitato.

Dall’altro lato, invece, si possono ottenere polizze che prevedono una copertura totale a 360°, con la retroattività illimitata (utile in caso di danni commessi anche dieci anni prima), massimali di partenza di 500.000 euro, franchigie minori e garanzie innumerevoli. Tali polizze, di solito, sono offerte da compagnie stabili, ai vertici del mercato per sicurezza e serietà nella liquidazione dei sinistri. Si tratta quindi di coperture che ci fanno veramente dormire sonni tranquilli perché ci rassicurano che, in caso di danni, saremo effettivamente lontani da ogni retroazione.

Siamo certi che, come ritengono alcuni, la polizza di Responsabilità Civile Professionale sia solo uno “spreco di denaro”? Alla luce di quanto appena detto, emerge come minimo un dubbio su cosa significhi veramente “sprecare il denaro” o quanto meno “non utilizzarlo al meglio”.

Per rispondere a questa domanda, pensiamo a un caso esemplificativo: parliamo di viabilità stradale.

Ormai da alcuni anni è stato introdotto, per i periodi invernali e su alcune tratte stradali e autostradali, l’obbligo di munirsi di pneumatici invernali (installati) o di catene da neve semplicemente a bordo. Per adempiere all’obbligo, un automobilista può optare tra due scelte diametralmente opposte: comprare le catene oppure acquistare gli pneumatici invernali.

Nel primo caso, spendendo al massimo 100 euro, ci si mette al riparo da qualsiasi sanzione e si può circolare su qualsiasi strada. Tuttavia, le catene vanno montate solo in determinate situazioni. Di conseguenza, per la maggior parte dell’inverno, si continua comunque a circolare con gli pneumatici estivi, a discapito della sicurezza dell’auto e della propria incolumità. Senza contare che il montaggio delle catene rovina i cerchi e, nel bel mezzo di una nevicata, comporta fatica, sporcizia e tempo perso. Ciò può indurre l’automobilista ad evitare gite in montagna o, nei casi in cui sia necessario montare le catene, spingerlo a procedere senza. A conti fatti tale automobilista avrà speso “solo” 100 euro ma avrà acquistato un prodotto, le catene, che gli sarà servito a poco o a nulla.

Nel secondo caso, invece, l’acquisto degli pneumatici invernali comporta sicuramente un maggior investimento iniziale ma anche molteplici vantaggi: la possibilità di circolare in sicurezza con ogni condizione atmosferica, di fare una gita fuori porta senza pensieri e di “allungare la vita” delle gomme estive. All’arrivo della primavera potremo, in tutta onestà, affermare di aver speso bene i nostri soldi per acquistare qualcosa che ci è servito, che ci ha procurato dei benefici e che abbiamo veramente sfruttato!

Sia nel primo che nel secondo caso abbiamo adempiuto all’obbligo, è vero, ma con effetti totalmente diversi!

Alla luce di questo, voi cosa fareste? Evitando di ragionare solo in un’ottica di breve periodo, quale dei due acquisti si avvicina maggiormente all’idea dello “spreco di denaro”? E tornando all’esempio della polizza RC professionale, siamo certi che spendere oggi 200/300 euro per una polizza limitata, piuttosto che spenderne 500/600 per una polizza completa e sicura,  sia la scelta migliore?

Marco Gnocato – Centro Studi CGN