Ecco cosa prevede il DEF 2015

Nella seduta del 10 aprile scorso, dopo il rinvio disposto a causa del protrarsi dei lavori di coordinamento sul testo che è stato oggetto di numerose correzioni, il Consiglio dei Ministri, ha dato il via libera definitivo al Documento di economia e finanza per il 2015. Cosa prevede il documento? E quali sono le principali novità?

Il documento si compone di 3 sezioni  (Programma di stabilità, Analisi e tendenze della finanza pubblica e Programma Nazionale di Riforma) e 6 documenti allegati contenenti i programmi da attuare, i rapporti e le relazioni sui fabbisogni annuali e sugli interventi da realizzare.

Con il documento di economia e finanza per il 2015, le intenzioni del Governo sono quelle di sostenere la ripresa economica evitando aumenti del prelievo fiscale, rilanciare gli investimenti e recuperare le risorse per scongiurare l’applicazione delle clausole di salvaguardia iscritte in bilancio sotto forma di aumenti dell’IVA e delle accise.

La legge 23 dicembre 2014 n. 190 (legge di stabilità) aveva previsto una misura che consentisse di recuperare risorse laddove i conti non dovessero tornare. Per fare cassa in maniera più facile e immediata, la legge di stabilità infatti prevedeva per i prossimi anni l’aumento dell’IVA e quello delle accise sui carburanti.

In particolare, l’aliquota IVA del 22% sarebbe potuta lievitare al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018, mentre quella del 10% sarebbe potuta salire al 12% nel 2016 e al 13% nel 2017. Per le accise invece si prospettava un aumento di un paio di centesimi per litro.

Dalla lettura del documento di economia e finanza si evince che uno degli interventi più rilevanti riguarda il riordino della tassazione locale. Il 2015 sarà l’anno in cui vedrà la luce il nuovo tributo denominato “local tax” che assorbirà in una sola imposta l’IMU e la TASI riorganizzando le ulteriori forme di prelievo locale.

Nelle intenzioni del Governo, anche quella di diminuire la pressione fiscale portandola sotto la soglia del 43% del PIL, con un graduale abbassamento nel biennio 2015-2016.

Per quanto riguarda la spending review, sono previsti alcuni tagli che dovrebbero riguardare gli uffici territoriali, i corpi di polizia, le centrali uniche di acquisto e le partecipate locali. Del resto, alcune di queste misure erano state già previste dalla legge di stabilità e dalla legge delega ma devono ancora essere implementate.

Previsti anche controlli più serrati anche per le prestazioni sociali, come le spese sostenute dai Comuni che dovranno essere messe online. Il rischio per i Comuni è quello di non poter reggere ulteriori tagli dopo quelli subiti negli anni scorsi per effetto della spending review.

Quindi, in sintesi le principali misure contenute nel documento di economia e finanza prevedono più tagli alla spesa pubblica e meno tasse per i cittadini italiani.

Adesso il DEF sarà inviato alle Camere perché si esprimano sugli obiettivi programmatici in tempo utile per la trasmissione del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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