Reti di imprese: come e perché?

Le piccole e medie imprese devono fare i conti con un futuro sempre più incerto e orientato a nuove politiche produttive che non permettono più di affermarsi come accadeva in passato.

Se vogliono sopravvivere ed essere competitive nei mercati nazionali e internazionali le imprese devono imparare a collaborare tra loro. Ancor di più, in un periodo storico caratterizzato da una grave situazione di crisi economica e finanziaria quale quello che stiamo attraversando.

Lavorare insieme ad altre persone, però, può non essere affatto facile, in particolar modo se lo spirito di chi collabora non è animato dalle migliori intenzioni.

Oltre all’ATI (associazione temporanea di impresa), ai consorzi e ai distretti, oggi però c’è uno strumento in più che permette alle imprese di aggregarsi. Stiamo parlando del contratto di rete.

Il contratto di rete è un contratto tra più soggetti caratterizzato dalla comunione di scopo tra i contraenti, con il quale più imprenditori si impegnano a collaborare al fine di accrescere, sia individualmente che collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato.

Già in altre occasioni, in questo blog, abbiamo parlato del contratto di rete. Nell’articolo “Cosa sono le reti di imprese” ad esempio ci siamo soffermati sull’aspetto tecnico, mentre nell’articolo “Pensavi di sapere tutto sui contratti di rete?” abbiamo evidenziato le novità entrate in vigore nel mese di settembre 2014. Nell’articolo di oggi, invece, ci vogliamo soffermare sul come e perché fare rete.

Perché optare per una rete di imprese? È sufficiente sedersi intorno ad un tavolo e stipulare un accordo, senza nessuna formalità o tutela di alcun genere? Sicuramente no!

Gli imprenditori che vogliono usare questo nuovo strumento e intendono partecipare ad una rete di imprese devono determinare in modo specifico le modalità della loro collaborazione e indicarle opportunamente nel contratto di rete.

Fare rete insieme non è facile perché comporta una certa limitazione del potere individuale del singolo imprenditore, costringendolo ad accettare e condividere una parte del proprio know how con gli altri imprenditori aderenti alla rete.

Per questo motivo, una condizione essenziale per il successo di una rete di imprese è la comprensione dei bisogni dei soggetti che vi aderiscono e la comprensione della vera natura contrattuale dell’istituto, che come è facile intuire presuppone una certa apertura mentale e il rispetto di alcuni valori fondamentali come lealtà, onestà e trasparenza.

L’obiettivo comune che devono prefiggersi gli aderenti alla rete è quello di far funzionare l’aggregazione di imprese, generare profitti invece di ulteriori costi e valorizzare le sinergie tra le imprese con processi graduali che mirano alla crescita.

Tra gli imprenditori sta nascendo sempre più l’esigenza di fare rete. I motivi possono essere diversi:

  • per essere più competitivi: su un mercato sempre più globale, oggi sono necessarie dimensioni che possano permettere alla lunga una maggiore efficienza e produttività;
  • per conquistare nuovi mercati e internazionalizzarsi: in questi tempi di crisi le aziende riducono la loro produzione e di conseguenza il loro fatturato. Conquistare nuovi mercati e vendere all’estero può essere una soluzione, ma occorrono competenze e risorse più ampie;
  • per condividere conoscenze, competenze e costi: con il contratto di rete, i soggetti aderenti possono anche condividere know how, risorse, acquistare merci e servizi in comune che da soli non sarebbero in grado di acquistare riducendo così le spese di gestione.

Le reti di imprese forniscono un’importante occasione di collaborazione e sono uno strumento utile per le imprese che vogliono avere maggiore competitività sul mercato senza doversi necessariamente fondere.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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