Bonus Transizione 5.0: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2025

Il nuovo Piano Transizione 5.0, operativo per il biennio 2024-2025, introduce un credito d’imposta destinato alle imprese che investono in tecnologie digitali e soluzioni per l’efficienza energetica. La misura, aggiornata dalla Legge di Bilancio 2025, mira a incentivare la modernizzazione sostenibile del tessuto produttivo italiano.

Quali investimenti sono agevolabili?

Il credito d’imposta riguarda l’acquisto di beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali all’attività d’impresa e inclusi negli allegati A e B della Legge 232/2016. I beni devono essere interconnessi ai sistemi aziendali di produzione o alla rete di fornitura.

Tra i beni immateriali rientrano:

  • Software e piattaforme per il monitoraggio energetico e l’ottimizzazione dei consumi (es. Energy Dashboarding);
  • Soluzioni gestionali aziendali, se acquistate insieme ai software per l’efficienza energetica.

Il calcolo del credito d’imposta transizione 5.0

La Legge di Bilancio 2025, con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2024, ha previsto due diverse percentuali di credito d’imposta da applicare all’investimento in beni strumentali sostenuto dalle aziende nell’ambito dell’innovazione digitale e della riduzione dei consumi energetici.

In particolare, il credito d’imposta 5.0 è pari al:

  • 35%, per la quota di investimenti fino a 10 milioni di euro;
  • 5%, per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Sono previste maggiorazioni in caso di risparmi energetici significativi:

  • fino al 40% (o 10%) se la riduzione dei consumi supera il 6% a livello di sito produttivo o il 10% nei processi coinvolti;
  • fino al 45% (o 15%) se la riduzione supera rispettivamente il 10% o il 15%.

La certificazione energetica ex ante ed ex post

Come si sarà compreso, il fulcro del piano transizione 5.0 è rappresentato dal risparmio energetico, il quale dovrà essere obbligatoriamente certificato da valutatori indipendenti, chiamati ad attestare:

  • ex ante, la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti;
  • ex post, l’effettiva realizzazione degli investimenti congrui rispetto a quanto previsto dalla certificazione ex ante e l’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

I soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni sono:

  • gli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE), certificati da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339;
  • le Energy Service Company (ESCo), certificate da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11352;
  • gli ingegneri iscritti nelle sezioni A e B dell’albo professionale, nonché i periti industriali e i periti industriali laureati iscritti all’albo professionale nelle sezioni “meccanica ed efficienza energetica” e “impiantistica elettrica ed automazione”, con competenze e comprovata esperienza nell’ambito dell’efficienza energetica dei processi produttivi.

Va opportunamente ricordato, che per le piccole e medie imprese le spese sostenute per la certificazione necessaria ai fini della fruizione del credito d’imposta potranno essere calcolate in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 10.000 euro, nel rispetto dei limiti generali.

Inoltre, la certificazione rientra tra i documenti che dovranno essere trasmessi nel corso dell’iter di comunicazione che impegnerà l’impresa e che dovrà essere eseguito tramite il portale del GSE.

Una ulteriore novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 riguarda una procedura semplificata di certificazione, per gli investimenti in beni strumentali materiali effettuati in sostituzione di beni dalle caratteristiche analoghe, ammortizzati da almeno 24 mesi.

Chi può accedere al bonus?

Possono beneficiare del credito d’imposta Transizione 5.0 tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, e le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente da:

  • forma giuridica;
  • settore economico di appartenenza;
  • dimensione;
  • regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa.

Dal 2025, anche le ESCo potranno beneficiare direttamente dell’incentivo per i progetti di innovazione realizzati presso l’azienda cliente.

Chi rimane escluso?

Non possono beneficiare del credito d’imposta in oggetto, le imprese in situazioni di crisi:

  • liquidazione volontaria;
  • fallimento;
  • liquidazione coatta amministrativa;
  • concordato preventivo senza continuità aziendale;
  • sottoposte ad altra procedura concorsuale o che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni.

 

 

 

Enrico Cusin – Centro Studi CGN