Break Even Point: cos’è, come calcolarlo e perché è cruciale per le piccole imprese

Molti titolari di piccole imprese si chiedono quando la loro attività riuscirà finalmente a raggiungere il break even point, ovverosia il punto di pareggio. Questo rappresenta il momento in cui l’azienda smette di perdere denaro e inizia a coprire tutti i costi, segnando un traguardo importante verso la sostenibilità economica.

Il break even point (BEP) è il momento in cui i ricavi totali e i costi totali si equivalgono: non si genera né utile né perdita. Si tratta di un indicatore finanziario fondamentale, soprattutto per le piccole imprese, perché consente di capire quale sia il volume minimo di vendite o produzione necessario per coprire tutte le spese, sia fisse che variabili.

Conoscere il proprio break even point aiuta gli imprenditori a prendere decisioni strategiche, come definire i prezzi dei prodotti o servizi, fissare obiettivi di vendita e redditività, e gestire i costi in modo più efficace. Anche banche e investitori lo considerano attentamente per valutare la solidità di un’azienda prima di concedere finanziamenti o investimenti.

Per calcolare questo indicatore, è necessario tenere conto di tre elementi principali: costi fissi, costi variabili e volume delle vendite.

  1. Costi fissi: sono spese che non variano in base alla quantità prodotta o venduta. Tra questi rientrano affitti, bollette, assicurazioni e stipendi. Per un’attività e-commerce, anche i costi di sviluppo e manutenzione del sito web sono considerati fissi.
  2. Costi variabili: sono direttamente legati alla produzione e cambiano in base al volume. Includono materie prime e manodopera.
  3. Volume delle vendite: rappresenta il numero di prodotti o servizi venduti, espresso in euro o in unità.

Come si calcola il break even point

Questo indicatore può essere calcolato sia in termini di valore delle vendite in euro, sia in numero di unità vendute.

Partiamo dal calcolo per unità. La formula è:

Break even point = Costi fissi totali / (Prezzo unitario – Costi variabili per unità)

Prendiamo come esempio l’azienda XYZ GreenTech, che vende un prodotto a 150 euro. I costi variabili per unità sono 60 euro e i costi fissi trimestrali ammontano a 13.500 euro. Il calcolo sarà:

Break even point = 13.500 / (150 – 60) = 13.500 / 90 = 150 unità

Quindi, per raggiungere il pareggio, XYZ GreenTech deve vendere 150 unità a 150 euro ciascuna nel trimestre. Vendere più di 150 unità genera profitto, meno di 150 comporta una perdita.

Per calcolare il break even point in euro, la formula cambia leggermente:

Break even point = Costi fissi totali / (Margine di contribuzione / Prezzo di vendita unitario)

Il margine di contribuzione è la differenza tra prezzo di vendita e costi variabili per unità, e rappresenta quanto ogni unità contribuisce al profitto.

Ad esempio, se un prodotto costa 40 euro da produrre e viene venduto a 100 euro, il margine è 60 euro. Se invece costa 70 euro, il margine scende a 30 euro.

Il rapporto di margine di contribuzione è dato dal margine diviso per il prezzo di vendita. Supponiamo:

Break even point = 6.000 / (60 / 100) = 6.000 / 0,6 = 10.000 euro

Quindi, se XYZ GreenTech vende più di 10.000 euro nel trimestre, inizia a generare utile. Se vende meno, subisce una perdita.

Fattori che influenzano il break even point

  1. Prezzo di vendita
  2. Volume delle vendite
  3. Variazioni nei costi fissi o variabili

Vediamo come questi fattori influenzano il break even point di XYZ GreenTech:

  1. Prezzo di vendita

Se l’azienda aumenta il prezzo del prodotto, il punto di pareggio si abbassa. Viceversa, se lo riduce, aumenta. Ad esempio, se il prezzo passa da 150 a 175 euro, bastano 108 unità vendute (o 9.450 euro di vendite) per coprire i costi.

2. Volume delle vendite

Se prezzi e costi restano invariati, il pareggio dipende dal numero di unità vendute. Ogni unità oltre le 150 (o ogni euro sopra i 13.500) genera profitto. Se XYZ GreenTech vende 160 unità o 24.000 euro, il profitto sarà di 900 euro.

3. Variazioni nei costi

Se i costi variabili diminuiscono, il punto di pareggio si abbassa. Viceversa, se aumentano, si alza. Se i costi fissi scendono da 13.500 a 12.000 euro, bastano 133 unità (o 19.950 euro) per pareggiare. Se salgono a 15.000 euro, servono 167 unità (o 25.050 euro).

 

 

 

Giuseppe De Biasio – Centro Studi CGN