Intelligenza Artificiale e Fisco: la Legge 132/2025 e le sue implicazioni

Il 25 settembre 2025 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 23 settembre 2025, n. 132, intitolata “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”, il primo atto normativo nazionale finalizzato a fornire i principi cardine in tema di sviluppo, adozione e governance dei sistemi di intelligenza artificiale (IA), in piena coerenza con il Regolamento (UE) 2024/1689 noto come AI Act.

Principi Fondamentali

Trattasi di una legge- delega, quindi di altissimo livello, finalizzata a fornire la cornice entro cui il Governo potrà muoversi. La legge promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile dell’IA, in una dimensione antropocentrica, volto a coglierne le opportunità e a garantire la vigilanza sui rischi economici e sociali, nonché sull’impatto sui diritti fondamentali, ribadendo più volte la necessità e il principio di non discriminazione in tutte le sue forme.

In particolare, l’articolo 3 stabilisce che “la ricerca, la sperimentazione, lo sviluppo, l’adozione, l’applicazione e l’utilizzo di sistemi e modelli di IA devono avvenire nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà previste dalla Costituzione, del diritto dell’Unione europea e dei principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali, riservatezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità”.

Implicazioni per il Settore Fiscale e per i Professionisti

Sebbene la legge non tratti direttamente tematiche fiscali, le sue disposizioni hanno implicazioni significative per il settore. L’adozione di sistemi di IA nella pubblica amministrazione, inclusa l’Agenzia delle Entrate, potrebbe portare a un miglioramento nell’efficienza dei processi fiscali, nella gestione dei dati e nella prevenzione delle frodi. Tuttavia, è fondamentale che tali sistemi siano sviluppati e applicati nel rispetto dei principi di trasparenza, sicurezza e protezione dei dati personali.

Inoltre, l’articolo 16 della legge prevede una delega al Governo per l’adozione di decreti legislativi in materia di dati, algoritmi e metodi matematici per l’addestramento di sistemi di IA. Questi provvedimenti potrebbero influenzare la modalità con cui i dati fiscali vengono trattati e utilizzati, richiedendo una particolare attenzione alla conformità con le normative sulla protezione dei dati personali e sulla sicurezza informatica, tematiche su cui la legge delega spesso insiste.

Degno di nota è l’art. 13 dedicato alle professioni intellettuali, il quale stabilisce che “l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale debba essere finalizzato al solo esercizio di attività strumentali e di supporto all’attività professionale e con prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d’opera”. In altre parole, l’AI può essere solo un supporto per il Professionista, ma non può essere prevalente rispetto all’apporto umano.

Tale disposizione si accompagna ad un principio nato in sede giurisprudenziale da recenti sentenze (tra cui si ricorda Tribunale di Torino Sez. Lavoro, sentenza del 16 settembre 2025 – Tribunale di Firenze, Sentenza del 14 marzo 2025 – Tribunale di Latina, sezione Lavoro 23 Sentenza del settembre 2025), il cui filo comune è rappresentato dalla preoccupazione giudiziaria per i rischi derivanti da un uso sconsiderato, superficiale e non critico dell’IA negli atti processuali; i tribunali infatti chiedono che l’operato del professionista rimanga centrale (soprattutto per quanto attiene a verifica, controllo e responsabilità) al fine di evitare allucinazioni, citazioni inventate e di scarsa qualità, nonché non inerenti rispetto alla fattispecie concreta, che sono state appunto rilevate e sanzionate.

Di più, l’art. 13 rafforza ulteriormente il principio di trasparenza nei confronti del cliente finale, in quanto “le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dal professionista sono comunicate al soggetto destinatario della prestazione intellettuale con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo”. Pertanto è auspicabile che fin da subito il Professionista si attivi per rivedere le proprie condizioni contrattuali, mandati e/o informative evidenziando l’uso di strumenti di intelligenza artificiale e, in tal caso, la relativa modalità di utilizzo e le misure atte a garantire la protezione dei dati del cliente.

Conclusioni

La Legge 132/2025 rappresenta un passo importante verso una regolamentazione dell’IA in Italia, con implicazioni anche per il settore fiscale. È essenziale che i professionisti del settore monitorino l’evoluzione normativa e partecipino attivamente al dibattito pubblico per garantire che l’adozione dell’IA avvenga in modo etico, trasparente e nel rispetto dei diritti dei cittadini.

Come già ricordato, è tuttavia il primo passo verso una disciplina organica e di dettaglio che verrà emanata nei prossimi mesi e che sicuramente fornirà delle indicazioni più precise per un utilizzo compliant di uno strumento molto potente che, in quanto tale, deve essere sempre utilizzato con cura e coscienza.

 

 

 

Roberto De Bellis – Centro Studi CGN


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