Start up innovative. Il motore (diesel) che farà ripartire l’Italia?

Il D.L. 28/06/2013 n. 76 del Governo, recante interventi urgenti per la promozione all’occupazione, soprattutto giovanile, ha apportato delle modifiche significative anche sul fronte delle Start –up. Le riepiloghiamo in breve.

Secondo gli ultimi dati di Infocamere, aggiornati al 01/07/2013, in Italia  le società iscritte al Registro imprese con l’obiettivo di sviluppare prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico sono al momento 937, con una più forte concentrazione nelle regioni del Centro Nord, in particolare Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna. Il settore,  pur riscontrando  delle difficoltà dovute alla scarsa predisposizione imprenditoriale del nostro paese, sembra procedere a piccoli passi verso la crescita, dando dei segnali molto incoraggianti.

Per semplificare e accrescere l’accesso ai benefici della normativa, infatti, il Governo ha pensato di modificare i primi due commi dell’art. 25 del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito dalla L. 17 dicembre 2012, n. 221.

Nello specifico:

  1. il primo requisito del comma 2  che prevedeva la maggioranza di persone fisiche nella compagine societaria è stato completamente abrogato;
  2. la quota minima di spesa da destinare alla ricerca e sviluppo è stata ridotta dal 20% al 15%;
  3. l’accesso ai benefici è stato esteso anche alle imprese con almeno 2/3 della forza lavoro costituita da persone in possesso di laurea magistrale e alle società titolari di un software originario registrato presso la SIAE.

Si tratta di un ulteriore segnale di incoraggiamento da parte delle istituzioni al fine di poter dare una spinta a quello che l’allora Ministro dello sviluppo economico Corrado Passera aveva definito “il motore che farà ripartire l’Italia”.

Maida Marrocchella – Centro Studi CGN