Il trattamento fiscale delle spese di rappresentanza

Le spese di rappresentanza sono quei costi che le aziende sostengono con la finalità di accrescere il prestigio e l’immagine dell’impresa e quindi, indirettamente, creare una mera aspettativa di maggiori vendite, essendo tali spese volte a potenziare le possibilità di sviluppo dell’azienda stessa.

Ai sensi dell’art. 108, comma 2, del TUIR tali spese sono deducibili nel periodo di imposta di sostenimento se rispondenti ai requisiti di inerenza, tenendo conto:

  • della natura e della destinazione delle spese stesse;
  • dell’ammontare dei ricavi e proventi della gestione caratteristica dell’impresa risultanti dalla dichiarazione dei redditi relativa allo stesso periodo in misura pari:
    • all’1,5% dei ricavi ed altri proventi fino ad euro 10 milioni;
    • allo 0,6% dei ricavi e altri proventi per la parte eccedente euro 10 milioni e fino a 50 milioni;
    • allo 0,4% dei ricavi e altri proventi per la parte eccedente euro 50 milioni.

Ai sensi del DM 19.11.2018 si considerano inerenti le spese sostenute a titolo gratuito ed effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni. Mentre sono considerate congrue le spese “il cui sostenimento risponde ai criteri di ragionevolezza in funzione dell’obiettivo di generare, anche potenzialmente, benefici economici per l’impresa ovvero sia coerente con pratiche commerciali di settore”.

Ma quali spese sono qualificabili come spese di rappresentanza?

Sono spese di rappresentanza quelle sostenute per:

  • viaggi turistici in occasione dei quali siano programmate e in concreto svolte significative attività promozionali dei beni o dei servizi la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto dell’attività caratteristica dell’impresa;
  • feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di:
    • ricorrenze aziendali o festività nazionali o religiose;
    • inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimenti dell’impresa;
    • mostre, fiere ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa;
  • ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, ivi inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento risponda a criteri di inerenza.

Discorso specifico va fatto sulle spese di ospitalità. Si considerano infatti spese di rappresentanza (rientrando pertanto nel plafond di deducibilità di cui sopra) le spese di ospitalità sostenute per fornitori o giornalisti che partecipano alle suddette fiere e mostre e quelle sostenute in maniera indistinta sia per i clienti che per altri destinatari. Sono invece spese di ospitalità “pure” e non rientrano tra le spese di rappresentanza, le spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, in occasione di fiere, mostre o visite a sedi, stabilimenti o unità produttive dell’impresa.

Giovanni Fanni – Centro Studi CGN
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