Il sottile confine tra difesa del patrimonio e sottrazione fraudolenta di beni

L’attuale contesto economico e il generalizzato aumento degli obblighi fiscali e previdenziali rende quello della difesa del proprio patrimonio un tema di grande attualità per imprenditori e liberi professionisti. Come tutelare il proprio patrimonio senza incorrere in problemi seri?

Le norme sono abbastanza chiare a riguardo. L’articolo 2740 del Codice Civile dispone infatti che il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri e le limitazioni della responsabilità non sono ammesse se non nei casi stabiliti dalla legge.

Eppure, molto spesso, nulla o poco si fa per proteggere seriamente il proprio patrimonio personale e familiare, se non nel momento in cui si presenta il problema e si cerca spasmodicamente di porre un rimedio all’ultimo minuto, quando ormai è veramente troppo tardi.

I rimedi o le soluzioni improvvisate possono esporre il soggetto ad azioni revocatorie ordinarie o all’insorgere di particolari problematiche. Ecco perché è importante tutelarsi in tempo. Le azioni volte alla difesa del proprio patrimonio devono essere viste come un fatto culturale in un’ottica preventiva di tutela immobiliare piuttosto che come rimedio dell’ultimo minuto.

Se non si procede in tempo utile, il rischio che si corre è quello di perdere l’intero patrimonio immobiliare e finanziario e, cosa ancora più grave, di incorrere nel reato di sottrazione fraudolenta di beni.

Recentemente la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2569 del 21 gennaio 2019, si è espressa a riguardo, affermando che si configura reato di sottrazione fraudolenta quando le operazioni volte alla salvaguardia del proprio patrimonio vengono compiute subito dopo l’avvenuta notifica delle cartelle di pagamento al contribuente.

Questo comportamento, attuato con tale puntuale scelta temporale, porta a desumere la reale intenzione del soggetto di evitare di pagare i debiti, ma anche di frodare l’erario, poiché gli atti sono stati compiuti a seguito della notifica delle cartelle di pagamento.

Nella fattispecie, secondo la Corte di Cassazione, il contribuente aveva sottratto dal proprio patrimonio i propri beni (immobili, terreni, oggetti preziosi e antichi, azioni e denaro), ponendoli sotto il controllo di uno o più trustee, nell’interesse di uno o più beneficiari a seguito della notifica di una cartella di pagamento per sottrarsi al pagamento delle imposte dovute.

La sanzione a cui va incontro chi commette tale reato è abbastanza pesante. Il D.Lgs. n. 74 del 10 marzo 2000 è chiaro a tal proposito. È punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore ad euro 50.000, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione delle imposte.

La difesa del patrimonio deve invece includere tutte quelle attività preventive volte a mettere al riparo le proprietà e i beni di uno o più soggetti da potenziali rischi che direttamente o indirettamente possono compromettere il loro valore.

Come agire allora per la difesa del proprio patrimonio riducendo i rischi? La prima cosa da fare in assoluto è quella di osservare un comportamento corretto, limitare per quanto possibile il ricorso all’indebitamento, onorare i propri debiti e quando, per diverse ragioni, non è possibile farlo, occorre quantomeno cercare per tempo di proteggersi con idonei strumenti al fine di scongiurare che eventuali incidenti di percorso possano mettere a rischio i propri beni.

L’utilizzo di appositi strumenti atti a proteggere il proprio patrimonio, anziché il ricorso a fittizie donazioni ai figli o separazioni col coniuge, può veramente fare la differenza per chi vuole preservare i propri beni, affinché gli stessi non possano essere intaccati dai creditori e, soprattutto, non vuole incorrere in problemi più seri come, nel caso esposto prima, il reato di sottrazione fraudolenta di beni.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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