Fatturazione elettronica: come evitare gli errori più comuni

La fatturazione elettronica è ormai una realtà consolidata per tutti i professionisti e le imprese italiane. Tuttavia, la sua emissione non è esente da errori di compilazione, che possono causare problemi sia per il fornitore che per il cliente. In questo articolo esploreremo i possibili errori che possono essere commessi nella compilazione della fattura elettronica, fornendo una breve check list su come evitarli per garantire una corretta emissione della fattura.

L’introduzione della fatturazione elettronica ha rappresentato un importante passo in avanti nella digitalizzazione dei processi contabili e amministrativi delle aziende. Può succedere però che in fase di compilazione e invio si possano commettere degli errori.

Gli errori più comuni riguardano l’omissione di dati obbligatori come ad esempio i dati del cliente, l’errata indicazione del codice fiscale o della partita IVA del cliente, l’errata indicazione del codice destinatario, l’inserimento di sconti o imposte non corretti, l’errata indicazione del codice “natura”, l’utilizzo di un formato non conforme alle normative vigenti, l’utilizzo di una modalità di trasmissione non consentita/errata o il ritardo nell’invio della fattura (invio oltre i termini).

Per evitare il rischio di incorrere in errori, oltre a seguire con attenzione tutte le norme fiscali previste per la fatturazione elettronica, ho predisposto una breve check list che tutte le aziende possono seguire:

  • dotarsi di un software di fatturazione elettronica costantemente aggiornato ed in regola con la normativa vigente; l’uso di un software o di un portale di fatturazione elettronica consente di evitare i più comuni errori di trascrizione e di compilazione, grazie alla presenza di campi preimpostati, automatismi e controlli automatici;
  • se l’azienda usa un software personalizzato su “misura” verificare sempre che lo stesso sia conforme alla normativa in vigore e alle specifiche tecniche della fattura elettronica;
  • nella fase di compilazione della fattura elettronica è opportuno verificare sempre i dati del cliente: è importante controllare che si abbiano i dati anagrafici aggiornati e che il numero di partita IVA ed il codice fiscale siano corretti;
  • verificare sempre che la numerazione della fattura elettronica sia progressiva e che la data di emissione della fattura sia corretta e rientri nei termini previsti dalla norma;
  • controllare che tutte le voci indicate in fattura siano corrette; la fattura deve contenere tutti i dati richiesti dalla normativa IVA (descrizione dei beni o dei servizi forniti, prezzo, imponibile ai fini IVA, aliquota IVA o la norma di esclusione, calcolo dell’imposta, etc);
  • verificare se occorre l’applicazione dell’imposta di bollo ed eventualmente “spuntare” l’apposito campo che i portali e i software prevedono;
  • verificare sempre che una volta inviata la fattura elettronica si possa monitorare lo stato del documento elettronico (fase di invio, scarto del file, ricevuta di invio).

Ma cosa fare se, nonostante tutto, ci si accorge di aver commesso un errore?

Se, dopo aver inviato una fattura elettronica, ci si accorge di aver commesso un errore, è bene ricordarsi che gli errori che rilevano ai fini sanzionatori sono quelli che, sia pure astrattamente, incidono sulla determinazione della base imponibile, dell’imposta e sul versamento del tributo.

In buona sostanza, se si commette un banale errore (come ad esempio l’indicazione di una data errata oppure un errore nella numerazione progressiva della fattura) e l’errore non incide sulla determinazione dell’imponibile dovuto o sull’imposta sul valore aggiunto, sempre che la fattura sia stata emessa entro i termini previsti dall’articolo 21, comma 4, del DPR 633/72, non dovrebbero esserci problemi o rischio di sanzioni.

L’articolo 6, comma 5-bis, del decreto legislativo n. 472/1997 dispone infatti che “non sono inoltre punibili le violazioni che non arrecano pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo e non incidono sulla determinazione della base imponibile, dell’imposta e sul versamento del tributo”.

Nel caso si abbia qualche dubbio che nel passato si siano commesse delle irregolarità con le fatture elettroniche, la legge 197 del 29 dicembre 2022 (articolo 1, commi da 166 a 173) ha previsto una sanatoria che, tra le altre cose, definisce le violazioni degli obblighi inerenti alla documentazione e registrazione delle operazioni imponibili ai fini IVA, quando la violazione non ha inciso sulla corretta liquidazione del tributo, nonché delle operazioni non imponibili, esenti o non soggette a IVA, quando la violazione non rileva neppure ai fini della determinazione del reddito (articolo 6, commi 1 e 2 D.Lgs. 471/1997).

L’istituto della definizione delle irregolarità formali consente di regolarizzare le infrazioni, le irregolarità e l’inosservanza degli obblighi o adempimenti di natura formale, per le quali sono competenti gli uffici dell’Agenzia delle Entrate a irrogare le relative sanzioni, sempre che le stesse, come già detto prima, non siano rilevanti per la determinazione delle base imponibile, la liquidazione e il pagamento di IVA, IRAP e imposte sui redditi (ivi comprese le relative addizionali e imposte sostitutive).

Ricordiamo che la regolarizzazione delle violazioni formali si perfeziona mediante la rimozione delle irregolarità o omissioni e il versamento di un importo di euro 200 per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le anomalie.

L’Agenzia delle Entrate, in risposta a diversi dubbi sollevati dagli addetti ai lavori, con la circolare n. 6/E del 20 marzo, ha chiarito che possono considerarsi formali le seguenti violazioni: l’errata indicazione del codice “natura” laddove non incida sulla corretta liquidazione dell’imposta, l’invio tardivo delle fatture elettroniche allo SDI oltre i termini ordinari e i corrispettivi elettronici correttamente memorizzati e non inviati all’Agenzia delle Entrate ma inseriti correttamente in contabilità con relativa liquidazione dell’IVA dovuta.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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