Rivoluzione packaging: entro il 2030 solo imballaggi riciclabili

Gli imballaggi oggi rappresentano una delle maggiori sfide per l’ambiente. All’interno dell’Unione Europea, il 40% della plastica e il 50% della carta sono destinati all’industria degli imballaggi e rappresentano circa il 36% dei rifiuti solidi urbani.

Nel Green Deal Europeo e, nello specifico, nel piano d’azione per l’economia circolare UE è stata proposta una modifica radicale del quadro normativo sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Facciamo chiarezza sui possibili sviluppi futuri.

I cambiamenti normativi in atto

Nel novembre 2022 la Commissione Europea ha presentato una proposta di Regolamento in tema di imballaggi e rifiuti di imballaggio, che modifica il Regolamento UE 2019/1020 e la Direttiva UE 2019/904 e che abroga la Direttiva 94/62/CE.

Il Regolamento si premura di scandire la sostenibilità ambientale lungo l’intero ciclo di vita degli imballaggi, nonché di disciplinare l’etichettatura, la responsabilità del produttore e le modalità di raccolta, trattamento e riciclaggio dei rifiuti da imballaggio.

L’obiettivo del Regolamento è quello di migliorare il funzionamento del mercato interno attraverso la riduzione delle esternalità negative per l’ambiente generate dagli imballaggi e dai rifiuti di imballaggio.

Le attività principali sono:

  • la riduzione della produzione di rifiuti di imballaggio, con imposizione di restrizioni e promozione di soluzioni riutilizzabili e riciclabili;
  • lo sviluppo di un’economia circolare degli imballaggi economicamente sostenibile. Secondo una stima della Commissione, i costi legati agli effetti per l’ambiente e per la società si ridurrebbero di circa 6,4 miliardi di euro rispetto all’attuale traiettoria;
  • la riduzione dell’uso delle risorse naturali e materie prime nella produzione degli imballaggi.

L’ambito di applicazione è esteso a “tutti gli imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato, e a tutti i rifiuti di imballaggio, indipendentemente dal contesto in cui sono usati o da cui provengono: industria, altre attività manifatturiere, vendita al dettaglio o distribuzione, uffici, servizi o nuclei domestici” (Art. 2, co. 1), che in caso di non conformità al Regolamento verranno esclusi dal mercato comunitario (Art. 4, co. 1).

Le tappe di percorso

Entro il 2030 tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili (Art. 6, co. 1) e saranno previsti dei requisiti minimi legati alla presenza di materiale riciclato anche per gli imballaggi in plastica (Art. 7, co. 1-2).

Nello specifico:

  • per gli imballaggi in PET dovrà essere pari al 30% entro il 2030 (50% entro il 2040);
  • per gli altri imballaggi in plastica dovrà essere pari al 10% entro il 2030 (50% entro il 2040);
  • per le bottiglie di plastica monouso per bevande dovrà essere pari al 30% entro il 2030 (65% entro il 2040);
  • per gli altri tipi di packaging dovrà essere pari al 35% entro il 2030 (65% entro il 2040).

Entro due anni dall’entrata in vigore del Regolamento, le plastiche compostabili a livello industriale dovranno essere utilizzate solo in virtù di specifici benefici ambientali e dovranno essere compostabili in condizioni industrialmente controllate (impianti di trattamento dei rifiuti organici).

Gli imballaggi compostabili saranno consentiti solo per bustine da tè/caffè, capsule e cialde di caffè, etichette adesive applicate a frutta e verdura e borse di plastica in materiale ultraleggero (Art. 8).

Nell’allegato V della proposta si trovano indicazioni in merito ad importanti restrizioni all’uso di alcuni formati di imballaggio. Si fa riferimento:

  • agli imballaggi multipli di plastica monouso (e a quelli per quantitativi inferiori a 1,5 kg di frutta e verdura fresche);
  • agli imballaggi monouso nel settore alberghiero, della ristorazione e del catering. Nello specifico quelli per alimenti e bevande riempiti e destinati al consumo nei locali e quelli contenenti porzioni individuali di condimenti, conserve, salse, panna da caffè e zucchero;
  • agli imballaggi monouso utilizzati nel settore alberghiero per cosmetici e prodotti per l’igiene, con quantitativo inferiore a 50ml per i prodotti liquidi e a 100g per i prodotti solidi.

La proposta sarà esaminata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo e dovrà poi essere tradotta in un Regolamento Europeo. Nonostante l’iter legislativo, l’attenzione per la sostenibilità è anche questa volta ben scandita, visto che nell’ambito della proposta la Commissione Europea incoraggia già cittadini, autorità pubbliche e imprese a utilizzare le prescrizioni della proposta in tutte le decisioni strategiche.

Di fronte ad una modifica così sensibile del quadro normativo, destinata a sconvolgere tutti i settori, le imprese devono adottare un comportamento proattivo, sfruttare i benefici del cambiamento per non dover subire passivamente le sue conseguenze.

Giulio Corazza, Ricercatore Università degli Studi di Udine