Credito d’ imposta mezzogiorno, fine corsa al 31 dicembre

Il termine ultimo per fruire del credito d’imposta per il Mezzogiorno, il cosiddetto Bonus Sud, è fissato fino al 31 dicembre 2023. Chiariamo quali sono le condizioni e i requisiti per poterne fruire, come richiederlo e come gestire gli investimenti a cavallo d’anno.

Si tratta di uno dei principali strumenti di sostegno per gli investimenti:

  • nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. (ex art. 1, commi da 98 a 108, della legge 28 dicembre 2015, n. 208);
  • nelle Zone Economiche Speciali (ZES) (ex art. 5 del decreto legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123);
  • nelle Zone Logistiche Semplificate (ZLS).

Il credito d’imposta ottenibile è pari a 45% per le piccole imprese, 35% per le medie imprese e 25% per le grandi imprese ed è legato agli investimenti nel Mezzogiorno concernenti gli investimenti:

  • in macchinari, impianti e attrezzature varie relativi alla creazione di un nuovo stabilimento;
  • per ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente;
  • per diversificare la produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente;
  • finalizzati a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente, ovvero, per le grandi imprese localizzate nelle aree di cui all’art.107, par. 3, lett. c), del TFUE, quelli a favore di una nuova attività economica.

È possibile richiedere il credito d’imposta utilizzando le seguenti procedure:

  • il modello CIM17 per i programmi agevolati realizzati sino al 31 dicembre 2022 che deve essere trasmesso entro il prossimo 31 dicembre 2023;
  • il modello CIM23 che può essere utilizzato esclusivamente per comunicare gli investimenti effettuati nel 2023 da trasmettere entro al 31 dicembre 2024.

Per gli investimenti a cavallo si segnala quanto riportato in una delle FAQ del 6 luglio 2023 apparse sul sito dell’Agenzia delle Entrate dove a tal proposito è possibile leggere quanto segue:

Progetto di investimento

D: Un’impresa ha inviato nell’anno 2022 una comunicazione modello CIM17 per un progetto di investimento che doveva essere realizzato per intero entro l’anno 2022. In seguito, gli investimenti riferiti al predetto progetto sono stati, di fatto, realizzati in parte nel 2022 e in parte nel 2023. Nella situazione descritta, quali adempimenti deve porre in essere l’impresa per segnalare all’Agenzia delle entrate la modifica intervenuta rispetto alla comunicazione già presentata?

R: Nel caso rappresentato, l’impresa è tenuta a:

  • inviare una comunicazione rettificativa di quella inviata nel 2022, utilizzando la medesima versione del modello impiegata per la comunicazione da rettificare (CIM17), nella quale va indicato l’importo del credito rideterminato per tenere conto dei soli investimenti realizzati nel 2022. Inoltre, nel campo “Data fine investimento” del rigo A2 del quadro A deve essere riportata la data del 31 dicembre 2022, non consentendo il software di compilazione l’indicazione di date successive;
  • inviare una nuova comunicazione (non rettificativa), utilizzando l’ultima versione del modello (CIM23) approvata con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 1° giugno 2023, per indicare i soli investimenti realizzati nel 2023 e il corrispondente credito d’imposta. In tale comunicazione, nel campo “Data inizio investimento” del rigo A2, va indicata la medesima data riportata nel predetto campo della comunicazione inviata nel 2022 mentre nel campo “Data fine investimento” va indicata la data (ricompresa nell’anno 2023) in cui si conclude il progetto di investimento.

Posto che a fine anno giungerà a termine il bonus Sud sia il bonus ZES, con la conseguenza che risulteranno agevolati i soli investimenti realizzati entro tale data, si deve porre particolare attenzione alle modalità di effettuazione degli investimenti. Infatti, in assenza di un provvedimento di proroga non sarà possibile agevolare con tali bonus gli investimenti non ancora realizzati.

Nicolò Cipriani – Centro Studi CGN