Tra le numerose novità introdotte in materia di lavoro dalla Legge di Bilancio 2024, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in data 30/12/2023, spicca il contenuto dell’Articolo 1, commi 60-62, intitolato “Misure di contrasto all’evasione nel settore del lavoro domestico“.
In merito al settore dei lavoratori domestici le principali novità sono riferite a:
• Mancato inserimento di questa categoria nel taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti
• Aumento dei controlli al fine di contrastare l’evasione contributiva nel settore
In particolare, su quest’ultimo punto, è prevista una maggiore e sempre più piena interoperabilità tra le banche dati di Agenzia delle Entrate e INPS, al fine di poter ovviare al mancato corretto gettito inerente al settore domestico.
Perciò, partendo dai dati delle comunicazioni di assunzione (ed eventuali variazioni contrattuali) e dei contributi versati, il Governo auspica che la collaborazione tra i due Enti porti ad un controllo incrociato sui nominativi dei lavoratori domestici per verificare se e quanto è stato versato in rapporto al reddito percepito.
Dalle banche dati INPS possono infatti emergere i contratti regolarmente registrati e i contributi versati dalle famiglie che hanno assunto lavoratori domestici: incrociando questi dati con le dichiarazioni dei redditi dei lavoratori assunti, verrà verificata la corrispondenza tra contributi versati dal datore e reddito percepito da colf e badanti.
S’intende così incentivare il ricorso alla dichiarazione dei redditi.
Infine, è previsto dalla Legge di Bilancio 2024 che i due Enti svolgano analisi e controlli congiunti su dati retributivi e contributivi, con interventi finalizzati alla corretta ricostruzione delle posizioni reddituali e contributive.
In conclusione è quindi chiaro l’obiettivo del Governo, ovvero recuperare tramite questi controlli incrociati le imposte dovute ma non versate dato che, secondo l’ultima Relazione MEF sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva, l’IRPEF non pagata dal settore dei lavoratori domestici ammonta a circa un miliardo di euro.
Enrico Querin – Centro Studi CGN