Certificazione della parità di genere: come ottenerla?

La certificazione della parità di genere è stata istituita a decorrere dal 1° gennaio 2022 con la finalità di ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche e promuovere una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro.
La certificazione viene rilasciata su richiesta volontaria dell’impresa.
Al rilascio della certificazione provvedono gli organismi di certificazione accreditati che operano sulla base della prassi UNI/PdR 125:2022.
La prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 è stata elaborata al fine di definire criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione della parità di genere nelle imprese.
La prassi UNI/PdR 125:2022 prevede l’adozione di specifici indicatori, cosiddetti Key Performance Indicator (KPI), in relazione a sei differenti aree di valutazione per le molteplici variabili che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere:

  • Cultura e strategia;
  • Governance;
  • Processi Human Resources;
  • Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda;
  • Equità remunerativa per genere;
  • Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Ogni area è contraddistinta da un peso percentuale, per un totale pari a 100, che contribuisce alla misurazione del livello attuale dell’organizzazione e rispetto al quale è misurato il miglioramento nel tempo.
Ogni indicatore è associato a un punteggio il cui raggiungimento o meno viene ponderato per il peso dell’area di valutazione.
N.B. Ai fini del rilascio della certificazione della parità di genere è previsto il raggiungimento del punteggio minimo complessivo pari al 60%.
La certificazione ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale.

Infatti, con Decreto del Ministro per le Pari Opportunità del 29 aprile 2022, è stato istituito l’obbligo in capo al datore di lavoro di fornire annualmente alle RSA e ai consiglieri territoriali e regionali di parità un’informativa aziendale sulla parità di genere che rifletta il grado di adeguamento alle Linee guida adottate nel 2022, per permettere di verificare il rispetto dei requisiti necessari al mantenimento dei parametri minimi per il conseguimento della certificazione.
Qualora dovessero essere riscontrate anomalie o criticità, anche sulla base delle informazioni contenute nel rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile di cui all’art. 46 del D.Lgs. n. 198/2006 – per le aziende tenute a presentarlo – queste potranno essere segnalate all’organismo di valutazione della conformità che ha rilasciato la certificazione della parità di genere, previa assegnazione all’impresa di un termine, non superiore a 120 giorni, per la rimozione delle stesse.
Al fine di promuovere l’adozione della certificazione della parità di genere da parte delle imprese, il Legislatore ha previsto alcune misure di incentivazione.

Con Legge 5 novembre 2021, n. 162, è stata introdotta la possibilità per le aziende private in possesso della certificazione della parità di genere in applicazione della prassi UNI/PdR 125:2022 di usufruire di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro.
L’esonero è determinato in misura non superiore all’1% della contribuzione dovuta e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna impresa.
La misura è riconosciuta previa presentazione di apposita domanda da parte dei datori di lavoro tramite il portale Inps. Per i datori di lavoro privati che hanno conseguito la certificazione della parità di genere entro il 31 dicembre 2024, il termine di presentazione dell’istanza, riferita all’anno 2024, è stabilito al 30 aprile 2025.
Ulteriore strumento di incentivazione, sempre ai sensi della Legge n. 162/2021, è rappresentato dal riconoscimento di un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti nei confronti di aziende che, alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, sono in possesso della certificazione della parità di genere in applicazione.
Infine, con l’entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 36/2023), le amministrazioni aggiudicatrici indicano, nei loro avvisi, un maggiore punteggio legato al possesso della certificazione di genere.

 

 

 

Francesco Geria – LaborTre Studio Associato