Con la pubblicazione del Decreto del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), entra in vigore un nuovo quadro normativo per le comunità energetiche. L’obiettivo è chiaro: promuovere l’autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili, facilitare la transizione energetica e garantire benefici economici e ambientali per cittadini, imprese e Pubbliche Amministrazioni.
Ma cosa cambia concretamente per chi vuole costituire una comunità energetica rinnovabile nel 2025?
Chi può costituire una comunità energetica e cosa cambia con le nuove regole
Le comunità energetiche sono gruppi di soggetti – persone fisiche, enti locali, PMI, condomìni, enti religiosi, del terzo settore – che si associano per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili, connessi alla stessa cabina primaria.
Il Decreto CER pubblicato dal MASE definisce con maggiore precisione:
- le modalità per l’accesso agli incentivi (fino a 120 €/MWh per 20 anni);
- i requisiti tecnici e giuridici per l’adesione alla comunità;
- le procedure per il riconoscimento del diritto all’incentivo da parte del GSE (Gestore Servizi Energetici);
- il ruolo delle amministrazioni locali, centrali nella promozione e nella semplificazione burocratica;
- il calcolo dell’autoconsumo virtuale condiviso, ora più vantaggioso.
Uno dei principali elementi di novità è il contributo a fondo perduto fino al 40% dell’investimento per impianti realizzati nei comuni sotto i 5.000 abitanti, grazie alle risorse del PNRR.
Cosa cambia in pratica per i professionisti
Per commercialisti e consulenti del lavoro che assistono imprese, enti del terzo settore e amministrazioni pubbliche, le nuove regole comunità energetiche impongono di aggiornare approcci e strumenti operativi. È necessario:
- valutare con attenzione la convenienza economica dell’adesione o della costituzione di una CER;
- verificare la localizzazione geografica degli impianti e dei consumatori;
- supportare i clienti nella predisposizione della documentazione e nella relazione con il GSE;
- comprendere i riflessi fiscali sui benefici economici generati, in particolare in merito alla gestione dei proventi e al regime IVA.
Inoltre, il decreto attribuisce importanza crescente alla trasparenza nella governance delle comunità, con obblighi di statuto e patti parasociali volti a garantire il coinvolgimento paritetico dei membri.
Il nuovo impianto normativo punta a dare impulso alle comunità energetiche rinnovabili, rendendole più accessibili e convenienti, soprattutto per i territori più piccoli e le fasce sociali più fragili. Per i professionisti, si apre un nuovo ambito di consulenza specialistica in cui aggiornamento normativo e visione strategica saranno elementi distintivi.
Redazione Fisco 7