Niente più compensi agli intermediari per F24 e dichiarazioni?

Potrebbe definitivamente vedere la luce il taglio del compenso che gli intermediari (commercialisti, consulenti del lavoro, tributaristi etc.) percepiscono per l’invio e le trasmissioni telematiche delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti loro clienti.

La misura è contenuta nel disegno di legge approvato il 14 ottobre relativo alla legge di stabilità per il triennio 2012-2014 e sul bilancio di previsione dello stato.

Compenso che spetta oggi per ogni dichiarazione dei redditi inviata

Come noto agli addetti ai lavori, l’articolo 3, comma 3-ter del D.P.R. n. 322/1998 prevede che ai soggetti incaricati della trasmissione delle dichiarazioni spetta un compenso, a carico del bilancio dello stato, di 1 euro per ciascuna dichiarazione dei redditi elaborata e trasmessa mediante il servizio telematico Entratel.

La misura del compenso, recita sempre l’articolo 3 comma 3-ter del citato decreto, può essere adeguata con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate quando la variazione percentuale del valore medio dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativa al periodo di dodici mesi terminante al 31 agosto 2008 e 2009, supera il 2% rispetto al valore medio del medesimo indice rilevato con riferimento allo stesso periodo dell’anno per il quale ha effetto l’ultimo adeguamento.

Ogni anno dunque, secondo queste citate disposizioni, Caf e professionisti abilitati, dopo la scadenza del termine per l’invio telematico delle dichiarazioni dei redditi, presentano al fisco la fattura per ricevere i compensi.

Dopo aver effettuato i controlli del caso sulle dichiarazioni inviate dai professionisti, l’Agenzia delle Entrate provvede ad inviare al Dipartimento delle Finanze il numero delle dichiarazioni elaborate e trasmesse nell’anno solare dal professionista interessato ed eroga i relativi compensi spettanti.

Compenso che spetta oggi per ogni modello F24 inviato

L’articolo 39, comma 4-quater del D.L. n 159/2007 convertito nella Legge n. 222/2007 stabilisce lo stesso analogo trattamento per ogni delega di pagamento modello F24 trasmessa dagli intermediari telematici, così come il successivo comma 4-quinquies dello stesso decreto stabilisce che la misura del compenso può essere adeguata quando la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativa al periodo di dodici mesi terminante al 31 agosto 2008 e 2009, supera il 2% rispetto al valore medio del medesimo indice rilevato con riferimento allo stesso periodo dell’anno per il quale ha effetto l’ultimo adeguamento.

Entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di trasmissione dei modelli F24, l’Agenzia delle Entrate invia tramite il servizio Entratel, una comunicazione che attesta il numero di modelli F24 telematici inviati dal professionista per le quali spetta il compenso ed il relativo ammontare. L’intermediario può cosi emettere la fattura ed attendere il pagamento.

Con provvedimento del 2 febbraio 2011, l’Agenzia delle Entrate ha rideterminato tale compenso, pari a 1 euro, nella misura di 1,03 euro.

A fronte di un compenso di 1,03 euro per ogni dichiarazione dei redditi inviata dai professionisti, il compenso che spetta invece ai CAF per ciascun modello 730 elaborato e trasmesso ammonta a 16,29 euro per ogni singola dichiarazione e 32,58 euro per la dichiarazione congiunta (a stabilirlo è il D.Lgs. 9 luglio 1997 n. 241 ed il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 14 giugno 2011 che adegua tali compensi).

E domani? Del futuro, si sa, non vi è certezza!

Solo che adesso, potrebbe arrivare il dietrofront! Il disegno di legge approvato nei giorni scorsi contiene la proposta del taglio del compenso spettante agli intermediari che si occupano della trasmissione telematica delle dichiarazioni dei redditi e dei modelli di pagamento F24.

Se il taglio venisse definitivamente confermato e approvato, lo stato risparmierebbe un bel po’ di milioni di euro, ma immagino già la fortissima reazione di tutti gli intermediari fiscali che da tempo si battono per avere un maggiore riconoscimento del loro  lavoro.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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