CU 2020 e l’impossibilità di svolgere l’assistenza fiscale

Nelle prossime settimane, i Caf e i professionisti abilitati potrebbero non ricevere dai contribuenti i modelli CU tra i documenti necessari a predisporre i modelli 730. Cerchiamo di comprendere le ragioni.

Analizzando il problema per step, dobbiamo innanzitutto ricordare che, col decreto 8 aprile 2020, n. 23 (di seguito decreto Liquidità), il legislatore ha previsto la possibilità per i Caf e i professionisti abilitati di svolgere l’attività di assistenza fiscale a distanza. La nuova disposizione intende agevolare le modalità di rilascio della delega per l’accesso ai dati della dichiarazione precompilata e della documentazione indispensabile all’apposizione del relativo visto di conformità.

In particolare, nel decreto Liquidità viene consentito ai CAF e ai professionisti abilitati di predisporre il modello 730 con modalità telematiche, acquisendo la delega sottoscritta dal contribuente; in luogo della sottoscrizione della delega, il contribuente può inviare al CAF o professionista abilitato, in via telematica, copia per immagine dell’autorizzazione predisposta in forma libera e sottoscritta.

Fin qui tutto bene. Come è facile ipotizzare, però, con le limitazioni allo spostamento delle persone, causate dall’emergenza epidemiologica, i datori di lavoro potrebbero aver avuto difficoltà a consegnare al lavoratore il modello CU 2020 entro lo scorso 31 marzo. Se così fosse, il contribuente che intende avvalersi dei Caf/professionisti abilitati per la predisposizione del modello 730, potrebbe non essere in possesso del modello CU.

Se lo scenario sopra descritto corrisponderà a realtà, è probabile che l’Agenzia dovrà esporsi per chiarire se l’attività di assistenza fiscale potrà essere effettuata ugualmente in mancanza del modello CU 2020 acquisendo, ad esempio, il dato riguardante le ritenute e le relative addizionali dalla dichiarazione precompilata.

Andiamo per ordine. Il 31 marzo scorso, (termine che l’articolo 22 del decreto Liquidità ha fatto slittare al 30 aprile) come noto, è scaduto (anche) il termine per la consegna al lavoratore del modello CU 2020. Ai fini della predisposizione del modello 730, è necessario che il contribuente consegni al Caf/professionista abilitato il modello CU ricevuto dal datore di lavoro affinché sia possibile apporre il visto di conformità sulle ritenute Irpef e sulle relative addizionali indicati nel modello CU.

Il Caf, quindi, per svolgere correttamente l’attività di assistenza fiscale, deve acquisire il dato delle ritenute Irpef e relative addizionali dal documento rilasciato dal datore di lavoro, documento che, data l’emergenza in atto a seguito della diffusione del Covid-19, potrebbe non essere ancora in possesso del lavoratore.

Considerato, però, che il datore di lavoro ha trasmesso i dati della CU 2020 all’Agenzia delle entrate, c’è da chiedersi se, data l’apertura dell’assistenza fiscale a distanza, l’Amministrazione finanziaria possa autorizzare i soggetti che appongono il visto di conformità a considerare, per il solo anno 2020, validi i dati delle ritenute Irpef e relative addizionali acquisiti dalla dichiarazione precompilata dal contribuente.

Se però l’autorizzazione non arrivasse, il contribuente privo del modello CU 2020 non potrebbe essere assistito dal Caf/professionista abilitato e il tentativo di agevolare la tempestiva presentazione della dichiarazione mediante il modello 730, previsto dal decreto Liquidità, potrebbe essere vanificato senza possibilità di appello.

Uno spiraglio potrebbe essere costituito dalla proroga, contenuta nel decreto Liquidità, della consegna del modello CU al 30 aprile ma resta comunque il fatto che, in assenza di consegna del modello al lavoratore, il problema sopra evidenziato sarebbe soltanto rimandato.

Nelle prossime settimane, con l’incremento delle attività legate all’assistenza fiscale, i Caf potranno verificare la mancanza o meno di documentazione e, in tal caso, sarà necessario un intervento che sciolga i dubbi sopra descritti.

Massimo D’Amico – Centro Studi CGN