Addio PEC: arriva la REM

La PEC, così come la conosciamo, sta per andare in pensione. Al suo posto, arriva la REM, l’evoluzione dell’attuale posta elettronica certificata. Quali sono le caratteristiche della nuova PEC? E come funzionerà? Bisognerà cambiare indirizzo PEC? Si perderanno tutti i vecchi messaggi ricevuti?

Come noto, la PEC è un’invenzione tutta italiana e come tale ha valenza solo sul territorio nazionale. Per ottenere una casella di posta elettronica certificata, ci si deve rivolgere a specifici provider che forniscono il servizio PEC e pagare una quota annuale (o pluriennale) per l’attivazione ed il mantenimento della casella.

Il funzionamento della PEC, per il resto, è come una normale email! Le funzioni di utilizzo restano le stesse: rispondi, rispondi a tutti, inoltra, archivia, allega, etc. Quello che cambia è che la PEC ha valore legale e può sostituire a tutti gli effetti la raccomandata con la ricevuta di ritorno ogni qualvolta si deve inviare una comunicazione con certezze di recapito e ricezione.

Inviando una PEC, infatti, dopo pochi secondi, si riceve una prima email di conferma di accettazione in quanto il server del destinatario riceve il messaggio e subito dopo si riceve una seconda email di consegna quando il messaggio viene correttamente recapitato e ricevuto.

Il contenuto dei due messaggi contiene in forma cifrata tutte le informazioni utili a tracciare in maniera inequivocabile il percorso del file dal dispositivo di partenza a quello di destinazione, ragion per cui la certezza inequivocabile e non alterabile di questo percorso attribuisce valenza legale alla PEC.

Purtroppo, la PEC nazionale non è conforme alle prescrizioni del regolamento europeo eIDAS, in quanto risulta carente del requisito della certificazione circa l’identità di mittenti e destinatari.

Per questo motivo, il decreto legge n. 135 del 14 dicembre 2018 prevede che con DPCM, sentita l’AGID e il Garante per la protezione dei dati personali, siano adottate le misure necessarie a garantire la conformità dei servizi di posta elettronica certificata (PEC), di cui agli articoli 29 e 48 del decreto legislativo 82 del 7 marzo 2005, al regolamento UE n.910 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 luglio 2014, in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno.

Il regolamento UE n. 910/2014 eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) ha l’obiettivo di fornire una base normativa a livello comunitario per i servizi fiduciari e i mezzi di identificazione elettronica degli stati membri.

Il protocollo informatico scelto che meglio soddisfa i requisiti richiesti dal regolamento europeo è lo standard REM (acronimo che sta per Registered Electronic Mail), un protocollo per i servizi di posta elettronica (simile alla PEC) che soddisfa appieno i requisiti previsti dal Regolamento per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato.

In buona sostanza, la nuova PEC garantisce l’autenticazione e l’identificazione di mittente e destinatario attraverso la registrazione dell’utenza presso un REMSP (Registered Electronic Mail Service Provider) e l’individuazione dell’utenza identificata.

Il processo di registrazione prevede che il titolare dell’utenza venga identificato prima di utilizzare il servizio e questo garantisce la piena interoperabilità delle caselle di posta certificate e qualificate, con possibilità di scambio di documenti e atti a pieno valore legale attraverso l’attestazione della data di trasmissione e ricezione.

La nuova PEC, oltre ad avere la medesima valenza per le comunicazioni tra tutti i cittadini e gli enti dell’Unione Europea, dovrebbe garantire anche una maggiore sicurezza dagli attacchi hacker e dalle violazioni informatiche.

Al momento, però, non c’è una data fissata di quando avverrà il passaggio definitivo. Ogni fornitore di servizi di posta elettronica certificata dovrà predisporre una nuova piattaforma che consentirà la verifica e la certificazione dell’identità dell’utente, in regola con il regolamento eIDAS.

Secondo il parere di chi scrive, con molta probabilità questo passaggio sarà indolore per tutti gli utenti e non comporterà né la perdita del vecchio indirizzo PEC né la perdita di tutto l’archivio dei messaggi inviati/ricevuti.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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